relazionale
Vari
La terza dimensione della professionalità, la più critica, che spesso si sottovaluta, dandola erroneamente per scontata, è quella
relazionale
e umana; consiste nel “saper essere” veri professionisti. È la dimensione più complessa, articolata e forse anche più difficile da presidiare; quella che chiude il cerchio. D’altra parte, è proprio grazie alla dimensione relazionale che le altre due, quella morale e professionale, trovano piena espressione e completezza. Ma perché questa dimensione è la più difficile da gestire? Innanzitutto perché bisogna conoscere le regole e i principi fondamentali della comunicazione interpersonale, che in genere si danno per acquisiti; in secondo luogo perché è importante disporre nel proprio repertorio comportamentale di abilità sociali e competenze emotive consolidate. Che non tutti hanno, e che sono invece assolutamente indispensabili sia per riconoscere, gestire ed esprimere in maniera socialmente adeguata pensieri, emozioni e stati d’animo (intelligenza emotiva), sia per governare la complessità delle dinamiche relazionali. Tra le competenze emotive rientrano, solo per citarne alcune, l’empatia, la stabilità psico-emotiva, la capacità di rialzarsi dopo un crollo psicologico (resilienza), la padronanza di sé e il self-control, la gestione dell’ansia e dello stress; ossia quelle competenze che si rivelano nevralgiche in situazioni critiche o problematiche, come un duro conflitto tra le parti, una negoziazione difficile o l’elaborazione di un lutto, non necessariamente inteso in senso letterale.